Li matti per amore, Venezia, Fenzo, 1754

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Casino con portici.
 
 MOSCA, poi LELIO
 
 Mosca
 Or va’, ti fida a femmine. Può darsi
 tradimento più nero
 di quello che mi fece oggi Lisetta?
600Sì, ne voglio vendetta;
 e giacché Lelio viene,
 comincierò da lui... Sia benvenuto
 il signor Lelio.
 Lelio
                             Oh Mosca ti saluto;
 t’occor nulla da me?
 Mosca
                                       Deggio avvisarvi
605che Eugenia, ma tacete,
 che Eugenia, quella vostra cameriera,
 ve la fa da mattina insino a sera.
 M’intendete signore?
 Lelio
 Ma cosa fa?
 Mosca
                         All’amore.
 Lelio
610E con chi?
 Mosca
                      Con Ridolfo e c’è Lisetta
 che d’amore per lei fa la staffetta.
 State cogli occhi aperti.
 Lelio
                                             Ho inteso adesso.
 Mosca
 Badate...
 Lelio
                    Ho inteso, dico.
 So che ho da far, non me ne importa un fico.
 Mosca
615Perdonate l’ardire.
 Lelio
                                     Ardire è il mio,
 se volessi da te...
 Mosca
                                 Cosa vorreste?
 Lelio
 Sappi che amo Camilla.
 Mosca
 E Camilla?
 Lelio
                        Mi sprezza.
 Mosca
                                               Eh non è sola;
 che s’ha da far?
 Lelio
                                Portar qualche parola.
 Mosca
620Questa è la prima volta.
 A lei cosa dirò?
 Lelio
                               Taci ed ascolta.
 
    Dille che peno e l’amo,
 che cerco amor da lei,
 che molto dir vorrei
625ma il cor tacer mi fa.
 
 SCENA II
 
 MOSCA solo
 
 Mosca
 Sull’onor mio sta fresco,
 sta fresco ve lo giuro;
 s’altro lume ei non ha, dorme all’oscuro. (Parte)
 
 SCENA III
 
 EUGENIA, LISETTA
 
 Lisetta
 Insomma a quel che parmi,
630chi sie la bella, la cara e spiritosa?
 Eugenia, siete voi.
 Eugenia
                                     Vieni a burlarmi?
 Lisetta
 C’è chi per voi sospira,
 c’è chi per voi delira,
 credo certo ne abbiate
635un per occhio, un per mano e ce ne sono
 trenta almeno nel core.
 Eugenia
                                             Io te li dono.
 Lisetta
 A me ne basta un solo e Fazio è questo;
 voi mel lasciate che io vi lascio il resto.
 Eugenia
 E chi mai te lo tocca?
640Non so chi sia, nol vidi
 né lo voglio veder.
 Lisetta
                                    Un contratempo
 Mosca cerca perciò.
 Eugenia
                                      Mosca ha bel tempo.
 Lisetta
 Eugenia mia sappiate
 che pur è un imbroglione, un insolente,
645che farà, che dirà?
 Eugenia
                                     Non farà niente.
 
 SCENA IV
 
 RIDOLFO in disparte e detti
 
 Lisetta
 Se volete un amante, io vi consiglio
 di badare a Ridolfo;
 egli è sincero e schietto.
 Eugenia
 Altre volte, gl’è ver, tu me l’hai detto
650ma se ne parli ancora io vado via.
 Ridolfo
 Che di Fazio le parli ella vorria,
 diavolo, non so più come mi tengo!
 A qualche estremo io vengo
 e confessarvi io deggio
655che ogni donna oggidì s’attacca al peggio.
 Lisetta
 Intendete signore?
 Eugenia
 Non sa cosa si dica.
 Ridolfo
                                      Alla malora.
 Lisetta
 Non vorrei, non vorrei
 che Fazio vi piacesse,
660benché a dirmi di no siete disposta.
 Noi donne per mentir siam fatte a posta.
 Eugenia
 Lisetta, io son sincera,
 a torto non mi credi,
 se umile ora mi vedi,
665vedrai forse tra poco
 che questa cener mia non cova il fuoco.
 
    Povera nacqui, ignobil villanella
 e viver come nacqui ancor mi piace,
 contenta della misera mia stella,
670altro non bramo più, ti puoi dar pace.
 
 SCENA V
 
 RIDOLFO e LISETTA
 
 Ridolfo
 Credi tu a’ detti suoi?
 Lisetta
 A lei credete voi?
 Ridolfo
 Niente, niente Lisetta.
 Lisetta
 Niente, una maledetta.
675Ma pur onde sapete
 che sia di Fazio amante?
 Ridolfo
                                                Egli mel disse.
 Lisetta
 Anche adesso io no lo credo.
 Ridolfo
 Quando creder vorrai?
 Lisetta
                                            Quando lo vedo.
 Ecco Fazio che viene
680parlate, interrogate.
 Se il cioè non si scorda,
 tutto confesserà senza la corda. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 FAZIO, RIDOLFO e servo di Fazio
 
 Ridolfo
 Eh ben cosa ha risolto,
 padron mio stimatissimo?
 Fazio
685Oh son risolutissimo;
 cioè sto ancor così,
 cioè tra il sì e il no, tra il no e il sì.
 Ridolfo
 Dunque ancor non risolse?
 Fazio
 Cioè...
 Ridolfo
               Lasciam, di grazia,
690tutti questi cioè che ci accompagna,
 la flemma mi fan gir nelle calcagna.
 Fazio
 Questa mi giunge nova;
 io non ho mai saputo
 questo cioè d’adoperar sì spesso;
695rimediamoci adesso,
 se qualcun me ne fugge
 tirami tu il giubbone. (Al servo)
 Ridolfo
 Hai capito? Ubbidisci il tuo padrone.
 Fazio
 E così discorrendo
700senza il cioè... Ma qui il tirar non c’entra.
 Dissi senza il cioè. (Il servo li tira il giubone)
 Ridolfo
                                     Tiriamo avanti.
 Fazio
 Così, come io dicea, certa fanciulla
 che Eugenia ha nome... È stato
 per scapparmi il cioè... Che tiri adesso? (Il servo tira)
705Oh correttor cattivo!
 Per dirlo io fui ma me n’avvidi io stesso.
 Non la facciamo più.
 Ridolfo
                                        Finiamo subito.
 Fazio
 Eugenia adunque... Io dubito,
 anzi son certo che vorrà sposarmi
710perché, cioè... Diammine hai tu ragione,
 adesso sì va bene. Io son venuto... (Il servo sempre tira come sopra)
 Cioè vuo’ maritarmi...
 Sì, tira pur quanto sai tu tirarmi. (Torna il servo a tirare più volte insieme)
 Se non dico cioè non so spiegarmi.
 Ridolfo
715Ma non ne posso più... Eh non sapete
 quell’Eugenia chi sia. Per lei non siete.
 Fazio
 Cioè volete dire... (Il servo tira il giubbone)
 Ridolfo
 Lasciatemi finire,
 se accasarvi v’aggrada,
720badate a me che ne so ben la strada.
 C’è certa signorina in questa villa
 che si chiama Camilla.
 Maritarsi ella brama. Io le ho parlato
 della persona vostra. Ella è contenta
725d’accettarvi in isposo, anzi talmente
 è invaghita di voi quella figliuola
 che spasima e si struge.
 Fazio
                                              Una parola,
 cioè... Quando m’ha visto?
 Ridolfo
                                                   Oh v’ha veduto
 più di cinquanta volte
730e vi guarda anche adesso di lontano.
 Ecco che vien pian piano.
 Fazio
                                                 È quella?
 Ridolfo
                                                                     È quella.
 Fazio
 Sapete voi che è bella.
 Ridolfo
                                           Anzi belissima.
 Fazio
 Sapete che mi piace!
 Ridolfo
 Oh! Piace a tutti quanti.
 Fazio
735Cioè... L’ho da sposar. (Il servo tira come sopra)
 Ridolfo
                                            Fatevi avanti.
 
 SCENA VII
 
 CAMILLA e detti
 
 Fazio
 Or meglio non saria...
 Cioè vorrei... cioè... (Il servo tira per il giubbone come sopra) Oh, oh che tiri!
 Non è più tempo di tirar... parliamo,
 signora mia...
 Ridolfo
                            Bel bello;
740ella è fanciulla ancora e vergognosa,
 fatte adesso una cosa,
 ad ascoltar statevi là in disparte,
 seco io farò le carte
 e intenderete dai discorsi suoi
745che parlando con me parla con voi.
 Fazio
 Ho capito ben bene, padron mio,
 cioè...
 Ridolfo
              Cioè si siamo intesi.
 Fazio
                                                     Addio. (Finge partir e resta in disparte)
 Camilla
 È partito colui. La sorte arride
 al mio desir estremo
750d’umiliar questo ingrato.
 Ridolfo
                                                (Ora vedremo).
 Camilla
 Eh ben per chi ti sprezza
 e di te si fa giuoco
 ardi ancora o non ardi?
 Fazio
                                             (Io son di fuoco).
 Camilla
 Sei tu convinto ancora
755ch’Eugenia tua?...
 Fazio
                                    (Cioè vada in malora).
 Camilla
 Non mi rispondi indegno?
 Ridolfo
 Parli tu meco adesso?
 Fazio
 (Voltati in qua che ti rispondo io stesso).
 Camilla
 Ah! Ch’io parlo da stolta
760con chi parlar non vuol!
 Fazio
                                              (Parla una volta).
 Ridolfo
 Camilla è pur molesta,
 del mio tacer la gran ragione è questa.
 
    Non ho flemma, io l’amo tutte,
 siano belle, siano brutte,
765qualche bella mi dispiace,
 qualche brutta assai mi piace,
 sempre è buono, sempre è bello
 tutto quel che piace a me.
 
    Donne belle, donne care,
770dell’amar, del non amare
 questo è il libro del perché.
 
 SCENA VIII
 
 CAMILLA, FAZIO col servitore, poi LISETTA e poi MOSCA in disparte
 
 Camilla
 Fuggimi pur ingrato,
 se non è questo cor di te contento,
 almeno t’amerà per tuo tormento. (Entrando)
 Fazio
775Oh! Madama, ove va?... Corrile dietro...
 Cioè non ti partir... Signora mia,
 un equinozio è questo,
 un momento... ritorni ascolti il resto.
 Lisetta
 V’ho pur colto sul fatto,
780che vi preme da lei?
 Fazio
                                        Sono in contratto.
 Lisetta
 In contratto! Di che?
 Fazio
                                         D’un matrimonio.
 Lisetta
 Oh poter del demonio!
 Io non ci son per nulla?
 Non vi torna a memoria
785la data fede?
 Mosca
                           (Eccoti un’altra istoria).
 Fazio
 Eh mi sovien; cioè... mi preme adesso
 di riveder Ridolfo.
 Lisetta
                                     Io di Camilla
 parlo, non di Ridolfo; e saper voglio
 come andò questo imbroglio.
 Fazio
790Così, così... cioè...
 Lisetta
 Di questi torti a me!
 Fazio
 Cioè... perché son torti!
 Lo sa Ridolfo.
 Lisetta
                            Il diavol che ti porti.
 Fazio
 Uh! Sei troppo colerica;
795cioè tu pur sei bella;
 ma c’è questo divario
 che non c’è l’astro tuo nel mio lunario.
 
    Tu dir vorrai
 che già il mio core
800per te... cioè....
 Cioè... già amore
 lo pizzicò.
 
    Ma se la stella
 non vuol così,
805ella di quella
 si lagnerà.
 
 SCENA IX
 
 LISETTA e MOSCA
 
 Mosca
 
    Ah che pietà,
 ella è restata
 fredda e gellata
810come farà?
 Ah! Che pietà!
 
 Lisetta
 (Tutto intese costui). È un’insolenza
 badare a’ fatti altrui.
 Mosca
                                         Ci vuol pacienza.
 Dimmi solo e ti lascio,
815quando sarai la sposa
 di quel caro cioè, del signor Fazio?
 Me ne rallegro teco.
 Lisetta
                                       Io ti ringrazio;
 ma sposa non sarò, se non la sono...
 Mosca
 Di chi?
 Lisetta
                 Se il conoscessi.
 Mosca
820Fa’ tu ch’io lo conosca.
 Lisetta
 Ha nome... Mi vergogno...
 Mosca
                                                  Ha nome?
 Lisetta
                                                                        Mosca.
 Mosca
 Io! Ti venga il malanno
 che questa non la bevo;
 or hai vuote le mani
825ma tu avevi adocchiato il barbaggianni.
 Lisetta
 Se non basta il malanno,
 mi venga ancora il fistolo e la rabbia,
 se a quel baggian di Fazio ho mai pensato.
 Tu, Mosca mio garbato,
830tu sei l’idolo mio, te bramo e chiedo
 per isposo.
 Mosca
                       Oh! Maligna, io non ti credo.
 Lisetta
 Non mi credi? Che io mora
 se mento. (Si accosta a lui)
 Mosca
                      Fatti in là, vanne in malora.
 Non ti vuo’ più parlare,
835non ti vuo’ più guardare,
 abbi ragione o torto,
 t’odierò vivo e morto
 e ti maledirò la notte e il dì.
 Lisetta
 Via, via, basta così.
840Di buon core io poi sono,
 vien qua.
 Mosca
                     Da me che vuoi?
 Lisetta
                                                      Pace e perdono.
 Mosca
 Di te non penso un soldo.
 Lisetta
 Via su, ch’anch’io farò la sdegnosetta.
 Mosca
 M’è saltata la bile e vuo’ vendetta.
 Lisetta
845Perché farmi arrabbiare?
 Mosca
 Vuo’ vederti crepare.
 Lisetta
 Tu non m’amasti mai.
 Mosca
                                           T’amai purtroppo.
 Lisetta
 Ma tu non m’ami adesso.
 Mosca
 Né mai più t’amerò.
 Lisetta
850Guarda ch’io piango or ora.
 Mosca
 Piangi, delira, crepa e va’ in malora.
 Lisetta
 
    Ah crudel, vuoi tu che io pianga,
 singhiozzando piangerò,
 guarda guarda questi occhietti
855come rossi ora gli fo.
 
    Basta via ma cosa aspetti?
 Volta il viso, fa’ un soriso,
 fatti in qua.
 
    Allegramente
860la pace è fatta.
 Donne col piangere
 tutto si fa.
 
 SCENA X
 
 MOSCA, poi LELIO
 
 Mosca
 Eh! Non è qui finita. Or che a me tocca,
 vuo’ farla disperar.
 Lelio
                                      Quali novelle
865reca Mosca per me?
 Mosca
                                       Oh! Buone e belle.
 Camilla si marita.
 Lelio
                                    Oimè che dici!
 Quasi da un lungo sonno or mi risveglio,
 possibil fia?
 Mosca
                          Piano che viene il meglio.
 Fazio sposa Camilla.
 Lelio
                                        E chi è costui?
 Mosca
870Un lucchese a lei noto.
 Lelio
 Ma come fu se ardea
 per Ridolfo l’ingrata? In un momento
 come cangiò?
 Mosca
                            Come si cangia il vento.
 Per natura volubili
875sono le donne tutte,
 saggie non men che stolte,
 chi crede lor, buono sarà tre volte.
 
    Chi sa non creda a femmine,
 per nostro mal son nate,
880nate per ingannar.
 
    Guai chi per lor sospira,
 povero chi le mira,
 asino chi ci dura,
 bestia chi ci ha che far. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 CAMILLA e LELIO, poi EUGENIA e RIDOLFO in disparte
 
 Lelio
885Mosca dice pur bene
 ma la tiranna mia veggio che viene.
 Sentiamo che dirà.
 Camilla
                                      Dove si vide
 donna di me più misera
 e di me più amorosa?
 Lelio
890Oggi piange Camilla e si fa sposa?
 Camilla
 Io sposa? Mi deridi?
 Eugenia
 (Qui di nozze si parla).
 Lelio
                                             Intesi e viddi.
 Non simular di più.
 Camilla
                                       (S’ei si lusinga
 giacché lo vuole, a suo piacer si finga).
 Lelio
895Fazio è ben fortunato,
 se meritò il tuo core e la tua mano.
 Ridolfo
 (Come sa ciò, costui?)
 Lelio
                                           Io piansi invano.
 Invano pur sperai. Sia con tua pace,
 tu sciegliesti assai mal.
 Camilla
                                             Me ne dispiace
900ma non so che farei,
 Fazio è lo sposo mio. D’uno si tratta...
 Ridolfo
 Non pensar dunque a me.
 Camilla
                                                  (Ora l’ho fatta;
 m’imbrogliai da me stessa).
 Ah! Ridolfo, qual soglio
905se vuoi per te sarò.
 Ridolfo
                                     No, non ti voglio. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 LELIO, CAMILLA ed EUGENIA in disparte
 
 Lelio
 Dunque Camilla?
 Camilla
                                   Ah taci, oggi tu sei
 d’ogni mio mal cagione;
 ma sappi pur che io voglio ad onta ancora
 dell’amor tuo importuno,
910amar Ridolfo o non amar nessuno.
 
    Siete belli uomini cari,
 siete belli in verità.
 Per carezze o per danari
 non vendiam la libertà.
 
915   Spasimate ma tacete,
 aspettate e poi vedrete,
 domandate e poi chi sa.
 
 SCENA XIII
 
 EUGENIA, LELIO
 
 Lelio
 Cielo! È questa una donna?
 O una fiera crudel crederla io deggio,
920se mi tratta così?
 Eugenia
                                  Meriti peggio.
 Lelio
 Ah! Non saprei che farmi!
 Eugenia
 Pensa ingrato ad amarmi,
 fa’ che dal pianto mio
 ti vegga alfin commosso,
925scordati di Camilla.
 Lelio
                                       Oh dio! Non posso.
 Eugenia
 
    Non puoi spergiuro ingrato?
 Non puoi malvaggio core?
 Cieli! Chi vide mai
 più barbaro rigore,
930più fiera crudeltà. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 LELIO solo
 
 Lelio
 Ella dice pur bene
 ma che poss’io? Se il mio crudel destino
 mi vuol per modo oppresso
 che nel mio amor non so capir me stesso.
 
935   Vede gonfiarsi il fiume,
 sente soffiare il vento,
 mancar del sole il lume
 il cielo lampeggiar.
 
    E il pastorel l’armento
940sen corre a richiamar. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 Giardino sudetto.
 
 FAZIO col servitore, poi CAMILLA e poi EUGENIA
 
 Fazio
 Or che ti par di me? Son fortunato
 più di tutti in amore?
 Tre amabili donzelle,
 cioè tutte tre belle,
945languiscono per me... Senti l’amore...
 Cioè voglio spiegarti,
 cosa è mai questo amore? Ascolta, amore...
 oh! La mia sposa è là... Bella... lo sbaglio (Viene Camilla)
 di poc’anzi... cioè... come diceva...
950Quel torrente... Non so se m’intendiate.
 Camilla
 Con chi l’avete voi? Non so chi siate.
 Fazio
 Con chi parlo? Chi sono? Io con chi parlo?
 O chi son io?... Cioè... Non è colei
 la mia bella Camilla? Io non son Fazio?
955O ben?
 Camilla
                 Fazio è costui? Sentiamolo un poco.
 Fazio
 Sicché?
 Camilla
                  Fazio voi siete.
 Fazio
 Cioè mi conoscete?
 Lo sposo vostro io sono
 in virtù del contratto,
960cioè...
 Camilla
              Senza il cioè voi siete un matto.
 Fazio
 Così in un dì di nozze...
 Camilla
                                             E quali nozze
 sognate voi?
 Fazio
                          Cioè...
 Parlale tu per me. (Al servitore)
 Camilla
                                     Mi maraviglio
 delle vostre follie; ma se pensiero
965non cangiate e favella,
 mal per voi, m’intendete? (Entra)
 Fazio
                                                   Oh questa è bella.
 Eugenia
 (Che intendo adesso? E perché mai Camilla
 tali nozze accennò?)
 Fazio
 Or che mi dici tu? Di sì... o di no (Al servitore)
970O veh... Guarda quell’altra...
 Eugenia ella mi sembra
 alla statura, al brio... Dico... cioè... (Ad Eugenia)
 Eugenia
 Che volete da me?
 Fazio
 Ah! Bella quel periglio,
975que’ cimenti, que’ intrichi e que’ garbugli,
 ragù, torte e miscugli...
 Eugenia
                                             Io non vi intendo
 se più non vi spiegate.
 Fazio
 Cioè... Già voi m’amate
 ed ha un secolo già che spiritate,
980anzi che mi guardate
 dal balcon del palazzo.
 Eugenia
 Andate all’ospital che siete un pazzo. (Via)
 Fazio
 Come? Cioè... che disse?
 Anche costei m’insulta e non mi trova
985né bello più né buono?
 Lacchè, guardami ben, sono o non sono.
 
 SCENA XVI
 
 LISETTA e FAZIO col servo
 
 Lisetta
 (Ecco qua il galantuomo).
 Fazio
                                                 Io son lo stesso,
 cioè son quel di prima. Esse son pazze,
 cioè pazzo io non sono.
 Lisetta
990(Come può darsi
 che Fazio ad onta mia
 voglia sposar Camilla?)
 Fazio
                                             Ecco Lisetta,
 vediam se questa ancor... Cosa mi guardi?
 Cioè... qual grazia è questa?
 Lisetta
995Signor, vi guardo perché ho gl’occhi in testa.
 Fazio
 Vien qua, vien qua ti dico.
 Lisetta
 Ditelo a vostra moglie.
 Fazio
 Ah? Cioè... Tu non sai chi me la toglie,
 vien qua che tel dirò.
 Lisetta
1000Più non vi credo oibò,
 una me ne faceste
 da non scordar. Furfantarie son queste.
 Una onesta fanciulla
 si tradisse così?
 Fazio
                                Taci... m’ascolta,
1005cioè... questa è la volta,
 giuro per mio bisavolo,
 che tu sarai mia sposa.
 Lisetta
                                            Andate al diavolo,
 non vi credo mai più. Siete un ingrato,
 un’infelice io sono,
1010ed infelice tanto
 che mi vien, se ci penso, agl’occhi il pianto.
 Fazio
 Ah non pianger Lisetta,
 perché... cioè...
 Lisetta
                              Cioè... (Piangendo)
 Fazio
                                            Piango ancor io.
 Lisetta
 Oh me meschina. (Piangendo)
 Fazio
                                    Oh dei! (Contrafacendola)
 Lisetta
1015Non credo più a parole.
 Fazio
 Vado in acqua di viole.
 Lisetta
 Per Camilla lasciar la sua Lisetta?
 Fazio
 Camilla maledetta!
 Lisetta
 Io vaglio più di lei solo in un dito.
 Fazio
1020Pace Lisetta mia, son tuo marito.
 
    Quegl’occhietti piagnolenti
 fa’ che io veda un po’ ridenti,
 non mi far più intenerir.
 
    Ah tu ridi galeotta,
1025ti conosco furbacchiotta
 ma ti voglio castigar.
 
    Ho burlato... Vieni qua,
 bada a me, cioè m’ascolta.
 Ma tu ridi un’altra volta
1030e m’hai fatto già imbrogliar.
 
 SCENA XVII
 
 LISETTA, poi MOSCA
 
 Lisetta
 Or sì che son contenta, ad arrabbiare
 venga Mosca se vuol. Questo è il diletto
 che fa dolce l’amore al nostro sesso,
 cercar sempre il suo meglio e cangiar spesso.
 Mosca
1035A tempo ti ritrovo.
 Per celebrar le nozze di Lisetta,
 feci una canzonetta
 ma perché sia più semplice e più piana,
 la volli far in lingua veneziana.
1040Vuoi tu che io te la canti?
 Lisetta
 Oh! Mi farai favore.
 Mosca
 Senti che ora l’intuono.
 Lisetta
 Canta pure che doppo io te la suono.
 Mosca
 
    Belle putte veneziane
1045saveré per vostra regola
 che se sposa una pettegola
 e la tiol un babbuin.
 
    Vardé là... cara culia,
 voga, premi, stali e scia,
1050no ghe penso un bagattin.
 
    Belle putte via canteghe,
 all’usanza veneziana,
 de so nona nina nana
 che mi sono el chittarin.
 
 Lisetta
1055Temerario birbante!
 A me vieni con queste? Aspetta un poco,
 prima che venga alcuno
 ora renderti io vuo’ cento per uno. (Entra ed esce di novo col cembalo)
 Mosca
 Già l’amica si rode
1060e pur non sa che qui non è finita,
 s’ha da morder per rabbia anche le dita.
 Lisetta
 Eccomi ad insegnarti
 ciò che al piffaro avvenne di montagna.
 Mosca
 Che gettò invano il fiato?
 Lisetta
1065No, che andò pe’ suonate e fu suonato.
 
    Belle putte veneziane
 non savé che sto sbasio,
 con quel muso incocalio,
 el galante ancuo me fa.
 
1070   Vardé là sto strupiascovoli
 che ha la scorza come i bovoli,
 cosa in testa gh’è saltà.
 
    Via soneghe una furlana,
 una forca che l’impicca,
1075el so diavol che lo scanna
 e mandello fin a Stra.
 
 Mosca
 Hai raggion che sei donna.
 E nell’arena semina
 chi cuccir vuol la bocca ad una femmina.
 Lisetta
1080E tu sei un frustato,
 e il proverbio però ben l’indovina,
 che rossore non ha chi sta in berlina.
 Mosca
 A me questo, petegola?
 Lisetta
 Pettegola a Lisetta?
 Mosca
1085Non so, non so chi questo braccio arresta. (In atto di darle il calasione)
 Lisetta
 Ti rompo or or questo tamburo in testa.
 Mosca
 Guardate la Marfisa!
 Lisetta
 Guardate Rodamonte!
 Mosca
 Sei bella come un diavolo.
 Lisetta
1090Più brutto sei dell’orco.
 Mosca
 Muso di pipistrel.
 Lisetta
                                    Ceffo da porco.
 Mosca
 Pettegola.
 Lisetta
                     Sguaiato.
 Mosca
 Frasconaccia.
 Lisetta
                            Impiccato.
 Mosca
 Si sprofondi la terra ove camini.
 Lisetta
1095Il diavolo ti porti e ti strascini.
 Mosca
 
    Che ti venga per farti vergogna
 la quartana, la tosse, la rogna.
 
 Lisetta
 
 Che tu perda per esser più bello
 gli occhi, il naso, la bocca, il cervello.
 
 Mosca
 
1100Che tu mangi ma senza appetito,
 che tu dorma ma senza marito.
 
 Lisetta
 
 Che tua moglie sugl’occhi tel faccia,
 che tu sposi una brutta vecchiaccia.
 
 Mosca
 
 Me ne rido. La la la ra la.
 
 Lisetta
 
1105Creppa, schiatta. La la la ra la.
 
 Mosca, Lisetta a due
 
 Voce d’asino in cielo non va. (Camilla, Fazio e Ridolfo)
 
 Ridolfo
 
    Qui si grida.
 
 Camilla
 
                             Cosa c’è.
 
 Fazio
 
 Altolà cioè... cioè.
 
 Lisetta
 
 Ascoltate tutti tre.
 
 Mosca
 
1110Ora sì che sto da re.
 
 Lisetta
 
    Questo è un furbo malandrino,
 un bravissimo mezzano.
 Ve l’ha fatta già per mano,
 ve l’ha fatta a tutti tre.
1115Ve l’ha fatta come va.
 
 Mosca
 
 Non so niente in verità.
 
 Camilla
 
    Di me il furbo non si rida.
 
 Ridolfo
 
 Or l’indegno qui s’uccida.
 
 Mosca
 
 Come tutti contro me?
 
 Lisetta, Fazio a due
 
1120No pietà per te non v’è.
 
 Mosca
 
    Fugi Mosca, fuggi, scappa.
 
 Camilla
 
 Ferma indegno, ferma, chiappa.
 
 Ridolfo
 
 Resta resta, guarda il legno.
 
 Camilla, Ridolfo a due
 
 Fuor di qua non devi andar.
 
 Mosca
 
1125Non mi fate disperar.
 
 Camilla
 
    Che farai?
 
 Lisetta
 
                          Che dirai?
 
 Fazio
 
 Eh cioè... signorino.
 
 Mosca
 
 Signorsì ve lo dirò.
 
    Vi dirò che siete pazzi,
1130tutti pazzi per amore,
 tutti pazzi da legar.
 
 tutti
 
    Giacché tutti pazzi siamo,
 far da pazzi noi vogliamo,
 ti vogliamo bastonar.
 
 Fine dell’atto secondo